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  • Chiara Parma

Oro in rosa

Aggiornamento: 3 ago 2020

Berlino, 1936. Come tutti, o quasi, sanno, un grande atleta, James Cleveland Owens, detto Jesse, vince quattro ori nell’atletica leggera. Quella di Owens è una figura che segna la storia, usata contraddittoriamente dal governo statunitense: da un lato, queste vittorie esaltano il valore degli Stati Uniti in confronto alla Germania Nazista, e sono soprattutto un duro colpo all’ideologia ariana; dall’altro, il presidente degli Stati Uniti, al contrario di Hitler, fu riluttante ad accogliere Jesse Owens come vincitore olimpico, proprio perché nero. Alla luce di questa meravigliosa impresa, ogni altra luce viene eclissata, tanto che ad oggi per quanto riguarda quell’Olimpiade si parla di poco altro. E tuttavia una luce, per noi italiani, spicca ancora nel medagliere di quell’Olimpiade, nonostante lo splendore di Owens. Era nata a Bologna nel 1916 e si chiamava Trebisonda, presto soprannominata e poi conosciuta come Ondina Valla. Già giovanissima, si fece notare per la sua grinta e la sua abilità nell’atletica leggera. Il destino volle che già ai campionati studenteschi bolognesi Ondina arrivasse a conoscere quella che per il resto della sua carriera sarebbe stata la sua storica antagonista: Claudia Testoni, anche lei bolognese, che vinse gli 80 metri ostacoli ai campionati europei del 1938. Ondina a soli quattordici anni raggiunse la nazionale, diventando campionessa assoluta e, prima delle Olimpiadi di Berlino, era già stata convocata ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1932, anche se la Federazione Italiana non le permise di partire poiché disse di considerare sconveniente che una ragazzina di soli sedici anni affrontasse, come unica donna, il lungo viaggio transoceanico. Probabilmente in realtà fu la pressione del Vaticano, restio ad accettare lo sport femminile, che convinse il comitato italiano ad escluderla dalle Olimpiadi. Alle Olimpiadi di Berlino 1936, Ondina stabilì il record mondiale degli 80 metri ostacoli (11”6) ed il giorno dopo vinse un meraviglioso e meritatissimo oro. Per definire i restanti gradini del podio fu necessario il fotofinish, che escluse Claudia Testoni, rivale nello sport ma amica di Ondina nella vita, piazzatasi quarta. Effettivamente, un’impresa flebile in confronto a quella di Owens. Eppure estremamente degna di nota, dato che Ondina Valla fu la prima donna italiana a vincere un oro Olimpico. Fu inoltre un’atleta a 360°: nel 1935 fu campionessa italiana di pentathlon, nel 1937 stabilì il record italiano di salto in alto, battuto solo nel 1955, e nel 1950 divenne campionessa abruzzese di lancio del peso. Una piccola grande storia di talento ed impegno, una storia di amicizia piena di contraddizioni e di alti e bassi, una breve storia di una vita che poi, a fine carriera si è mantenuta piuttosto tranquilla nonostante la consapevolezza di essere storia.


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