Il romanzo “Accabadora” è stato pubblicato per la prima volta nell’anno 2009. L’autrice è Michela Murgia, una scrittrice sarda che ha già riscosso molto successo con altre opere di letteratura.
Il titolo rimanda ad una figura femminile della cultura della Sardegna avvolta dal mistero, ovvero una donna arcaica e magica che, convocata dalla famiglia di un malato terminale o dal malato stesso, pone fine all’agonia di quest’ultimo. Il suo gesto viene considerato amorevole e pietoso, quello di una persona che aiuta il destino a compiersi; è “l’ultima madre” che molti hanno visto prima di morire.
Il romanzo è suddiviso in 17 capitoli, ciascuno con pagine dense di contenuti. Grazie ad una narrazione scorrevole e chiara, la scrittrice è riuscita a raccontare situazioni al limite tra la realtà, le leggende e le usanze del popolo sardo. Sono spesso presenti espressioni appartenenti al dialetto della regione e questa scelta rende sicuramente più realistica la storia del romanzo, aumentandone il fascino.
La scrittrice tratta con estrema delicatezza il tema dell’eutanasia: anticipare la morte di un malato terminale con il suo consenso in modo da evitargli ulteriori sofferenze. Si parla anche, in maniera profonda e velata, del legame tra una madre ed una figlia adottiva, rapporto che può rivelarsi sia ricco di contrasti sia forte e duraturo, esattamente come quello tra Maria e Bonaria Urrai, “l’accabadora” .
Il messaggio fondamentale del romanzo riguarda la consapevolezza di non poter giudicare le azioni di una persona in una determinata situazione se non ci si è mai trovati al suo posto, ed è testimoniato da una frase del romanzo: “Non dire mai: di quest’acqua io non ne bevo”.
Questo romanzo deve non solo essere letto, ma anche “vissuto”, per la profondità dei contenuti che la scrittrice ha saputo narrare con grande cura. Le pagine, per essere capite appieno, necessitano di una lettura attenta. Mi sento di consigliare il romanzo alle persone che non hanno paura di addentrarsi in ambienti misteriosi, ed allo stesso tempo lo sconsiglierei a chi non ama i libri con concetti profondi da capire.
Anna Costanzi, 3BL
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