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  • annacostanzi08

I costumi tradizionali del Trentino-Alto Adige:

Il Trentino-Alto Adige (in tedesco “Trentino-Südtirol”) è senza dubbio una delle regioni più particolari e belle d’Italia. Chi ha avuto l’opportunità di recarsi in questo luogo almeno una volta avrà quasi sicuramente notato, nei tipici paesini di montagna, gli abiti tradizionali sudtirolesi, e gli sarà forse sembrato di essere improvvisamente ritornato indietro nel tempo. In effetti questi capi di vestiario sono lontani da quelli che indossiamo noi oggi, per esempio jeans, felpe con chiusura a cerniera e molto altro: proprio per questo la volontà degli abitanti di tali luoghi di fermare un attimo il mondo attuale, costantemente in movimento, per rimmergersi nel passato è da ammirare. Vediamo ora di conoscere meglio questo affascinante aspetto della regione.

In epoca conciliare (XIV e XV secolo) i contadini potevano vestirsi solo con abiti confezionati in casa, con materiali da essi stessi prodotti, come il Loden (tessuto di lana tipico del Tirolo, che ancora oggi è molto diffuso), mentre nobili e borghesi utilizzavano già allora sete e velluti. Solo sotto l’imperatrice Maria Teresa d’Austria (1717-1780, che regnò dal 1740 fino all’anno della sua morte) queste norme vennero abolite, liberando così i ceti bassi dalla cosiddetta “schiavitù dell’abito”. Nasce in questo periodo la vera e propria “moda contadina”, legata quasi sempre ai confini della propria parrocchia, o più in generale al proprio territorio (che coincide spesso con la vallata); essa traduce inoltre in segni esteriori, ben riconoscibili e codificati, la profonda religiosità, l’attaccamento alla propria terra, alle tradizioni e alle consuetudini della popolazione sudtirolese. La caratterizzazione territoriale dei costumi è simile a quella degli accessori, che conoscono una rigogliosa fioritura a partire dall’800; è importante ricordare però che questi costumi tradizionali dell’Alto Adige non sono da considerarsi elementi folcloristici con scopi prettamente turistici, bensì essi vengono indossati per ovvie ragioni, soprattutto in occasioni importanti.

Il costume femminile prevede una camicetta bianca, possibilmente di lino (lino grezzo per tutti i giorni, lino fine per le feste) bordato di pizzi lavorati al tombolo, un corpetto rigido e la pettorina a forma di cuore orlati con nastri e cordoncini variopinti, colorati a seconda delle zone e realizzati in lana, cotone, lino e perfino velluto. Le calze, lavorate all’uncinetto, accompagnano scarpe severe di colore nero con bordature rosse. Per la vita di tutti i giorni si usa un abito, il Dirndl, che non prevede i corpetti stretti e le gonne lunghe e pesanti, ma nemmeno le lunghe trecce raccolte sulla nuca. Si tratta di un abito pratico, da indossare anche in occasioni importanti, che permette di non rinunciare del tutto alla tradizione pur adeguandosi ai tempi moderni. L’abbigliamento festivo tipico di una donna comprendeva una gonna nera lunga fino alle caviglie, una giacchetta nera accollata con colletto di pizzo sulla piccola scollatura, un grembiule con riflessi cangianti multicolori ed un cappello nero con nastri di broccato larghi e lunghi.

Il costume maschile è più semplice di quello femminile, ma altrettanto ricco di accessori e di simboli. Gli elementi base sono la camicia, di lino grezzo o fine oppure in cotone, il panciotto, con colori che variano da zona a zona, con bottoni in ottone o argento, delle larghe bretelle bordate di lana, pantaloni lunghi in Loden, oppure corti fino al ginocchio in pelle (definiti in tedesco "Lederhosen") sostenuti da bretelle di cuoio e spesso accompagnati da un cinturone in pelle ricamato in rachide di penna di pavone. I calzini sono lunghi, bianchi o colorati, indossati su scarpe di cuoio che si allacciano lateralmente.




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