È uno stereotipo quello secondo il quale non si può parlare della tradizionale Festa degli Innamorati senza essere melliflui. Ve lo dimostrerò raccontandovi come sono nati Valentina e Valentino, meglio conosciuti come “i fidanzatini“ di Peynet.
Raymond Peynet nacque a Parigi nel 1908.
Ebbe un’infanzia ordinaria, al termine della quale si specializzò in una scuola d’arte. Iniziò a lavorare per un’agenzia pubblicitaria nella capitale francese, e sarebbe rimasto tutto nella norma, non fosse che nel 1942 la sua vita cambiò radicalmente. Mentre stava seduto su una panchina di fronte al chiosco della musica di Valence, si dice che Peynet immaginò di vedere un violinista suonare da solo mentre una ragazza lo ascoltava. Secondo un’altra versione, una sera del 1942 Peynet stava aspettando il treno per Clermont Ferrand, quando fu realmente rapito dalla musica di un abile violinista dai capelli lunghi al cui fianco stava una ragazza assorta dalla sua musica. Comunque andarono le cose, quel giorno nacquero i fidanzatini: Valentino, capelli lunghi e bombetta, e Valentina, coda di cavallo e aria trasognata, entrambi spigliati e filiformi.
Queste sono le parole di Peynet rilasciate in un’intervista e riportate nel 2018 sulla rivista Emotions: “Nel 1942, a Valence, schizzai sul mio taccuino la sagoma di un kiosque à musique, un gazebo per concerti che stavo ammirando. Disegnai anche i musicisti e gli unici spettatori: una coppia di innamorati. Lui con capelli a zazzera e bombetta, lei con una bionda e femminile coda di cavallo. Naturalmente, abbracciati. In realtà l’ispiratrice del volto di Valentina fu Denise, mia moglie, un omaggio all’amore che provavo per lei. Inviai il disegno all’amico Max Favalelli, allora redattore della rivista Ric e Rac. Il disegno fu pubblicato e i due personaggi divennero subito famosi come Les amoureux, i fidanzatini di Peynet. Eravamo ancora in guerra e in un periodo storico come quello, non certo idilliaco e felice, Valentino e Valentina rappresentavano la forza dell’amore capace di isolare chi lo vive in un mondo a parte, fatto solo di sogni e di poesia. Ricordo che un giorno, sotto i bombardamenti, vidi una coppia di giovani entrare in un portone e baciarsi appassionatamente, incuranti di quello che succedeva fuori. La vita reale spesso è piena di difficoltà, per questo abbiamo sempre bisogno di sognare. La poesia non è tristezza e solitudine, essa vive tra i fiori e la natura. Io ho scelto di disegnare l’amore e la tenerezza. E Amore, per me, è prendersi per mano e andare a spasso insieme”.
Ciò che conquista di Valentino e Valentina è la loro completa estraniazione dalla realtà. Sembrano vivere in un mondo ideale, fatto di cuoricini alati, margherite da sfogliare, casette sull’albero e cieli stellati.
Nel giro di una decina d’anni Peynet firmò un contratto con la Lenci, nota fabbrica di bambole, pattuendo la produzione di bamboline degli innamorati in un materiale che ben si avvicina alla gommapiuma. Nel 1962 realizzò la copertina dell’album Le canzoni d’amore di Gianni Meccia mentre i suoi fidanzatini furono d’ispirazione per Charles Aznavour e Georges Brassens.
Attualmente i musei dedicati agli innamorati di Peynet si trovano in quattro città diverse: a Antibes, a Bressac-les-Mines, a Karuizawa (in Giappone) e a Sakuto-cho (in Giappone). Il chiosco di Valence è diventato un monumento nazionale, mentre Les Amoreux sono stati rappresentati anche nel muretto di Alassio. Lucca Comics and Games 2020 ha infine allestito la mostra I fidanzatini maliziosi di Peynet in onore della creazione dell’illustratore francese deceduto nel 1999.
Martina Bosi, 5C
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