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  • Immagine del redattoreMatilde Mazzocchi

Il genio di Mendeleev

Tutti ne conosciamo la forma ormai diventata assolutamente iconica, ricordiamo i quattro blocchi generalmente rappresentati in colori diversi, alcuni ne sanno vagamente il contenuto, altri la conoscono a menadito, è stato addirittura scritto un remix del Can Can di Offenbach a riguardo: la tavola periodica non solo è uno strumento fondamentale nello studio della chimica, biochimica e biologia ma è anche una delle più grandi rivoluzioni scientifiche dell'età contemporanea.

La tavola periodica ha la caratteristica di essere organizzata in gruppi (colonne) e periodi (righe), i cui elementi di appartenenza possiedono caratteristiche simili. Significa che, per esempio, tutti gli elementi del primo gruppo, i metalli alcalini, reagiscono alla stessa maniera esplosiva in acqua e che tutti gli elementi del ottavo gruppo, detti gas nobili, non reagiranno minimamente con altri elementi per via della loro configurazione elettronica (a parte lo Xenon, ma è un po' come il cugino queer al pranzo di famiglia con tutti neofascisti). Gli elementi sono inoltre disposti in ordine progressivo per numero atomico, il che significa che conoscendo tale numero per un dato elemento sarò sempre in grado di collocarlo, e viceversa se ne conosco la posizione.


Ma la genialità di Mendeleev, il suo creatore, non sta semplicemente nell'aver raggruppato tutti gli elementi conosciuti, o nell'averli ordinati in base alle loro caratteristiche, entrambe le cose erano già state fatte in passato. La sua genialità si identifica nell'incredibile semplicità di un trattino.



Mendeleev non si limitò a categorizzare e ordinare gli elementi già conosciuti, ma previde l'esistenza di altri, scrivendo nella sua tavola la massa atomica che avrebbero avuto e un trattino al posto della sigla: il classico esempio è quello del Gallio (numero atomico 31), l'elemento venne scoperto sette anni dopo la previsione di Mendeleev, il quale allora, vista la vicinanza all'alluminio, lo chiamò eka-alluminio, ma tutto ciò che il nostro Dmitrij Ivanovič Mendeleev affermò riguardo alle caratteristiche del metallo si rivelò essere corretto. Ne previde la massa atomica di 68, il punto di fusione molto basso, il peso di 6 grammi di un centimetro cubo dell'elemento e il carattere metallico.

Nonostante le sue incredibili scoperte, Mendeleev morì nel 1907 senza aver ricevuto il premio Nobel, gli venne però attribuito un riconoscimento molto più grande, che è stato riservato solo a 15 scienziati (contro i più di 800 vincitori del Nobel): con il suo nome è stato chiamato nel 1963 l'elemento 101 della tavola periodica, il Mendelevio, appartenente alla categoria degli attanidi e particolarmente radioattivo.


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