top of page
martarugge

Immigrazione: necessità reale o strumentalizzazione politica?

Sono anni ormai che sentiamo ripetere quanto sia importante e necessario cercare una soluzione al cosiddetto "problema migranti", problema che non sembra vertere principalmente sull'evitare altre stragi in mare, ma su chi dovrebbe ospitare e accogliere i migranti, come dovrebbero essere "distribuiti" in Europa e quali paesi dovrebbero occuparsi del primo soccorso; inoltre i media, considerata anche la posizione dell'attuale governo, non fanno altro che sottolineare il numero di migranti che giungono in Italia e che vengono ospitati. Ma fino a quale punto è vero che l'Italia è stata abbandonata dall'Europa e ha già fatto abbastanza per aiutare queste persone?

Da un certo punto di vista è assolutamente vero che l'Italia, insieme alla Grecia, è stata abbandonata dal resto dell'Europa. Tra il 2015 e il 2017 quando gli arrivi nel Mediterraneo erano stati circa un milione e mezzo, soprattutto attraverso quella che viene chiamata "rotta balcanica", il consiglio europeo vara il "Programma di Relocation", nell'ambito dell'agenda europea sull'immigrazione. Ogni stato avrebbe dovuto ospitare una quota percentuale di migranti e rifugiati, giunti in Italia o in Grecia, che avevano già intrapreso le pratiche per la richiesta d'asilo. I rifugiati che potevano beneficiare di questo programma dovevano essere richiedenti asilo provenienti da paesi con un tasso di riconoscimento di protezione superiore al 75% (in base ai report trimestrali dell'Eurostat): ovvero paesi che concedessero protezione a settantacinque migranti su cento. Dunque l'Europa si impegnava nella ridistribuzione di circa 160.000 richiedenti asilo.

Sono stati pochissimi gli stati virtuosi; Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia sono le nazioni che si sono opposte più duramente a questa proposta dell'Europa, accogliendo un massimo di 16 richiedenti asilo. La Spagna ha accolto solo il 14% di quelli previsti, il Belgio il 26%, l’Olanda il 40% e il Portogallo quasi il 50%. La Germania ne ha accolti circa 8300 su 27.536. Tra i paesi più virtuosi c’è la Finlandia con 1975 su 2078 pari a circa il 95% dell’impegno previsto dall’Ue. Solo la piccola Malta, avamposto dell’Ue al centro del Mediterraneo, ha raggiunto la quota di ricollocamenti che le era stata assegnata da Bruxelles tra il 2015 e il 2017.

Dunque questa proposta dell'Europa, che voleva alleggerire gli oneri dovuti al rispetto del trattato di Dublino, trattato che obbliga i migranti a inoltrare le pratiche per la richiesta d'asilo nel primo paese dell'UE in cui vengono accolti, è naufragata definitivamente, in parte a causa della pigrizia degli stati membri, in parte per la disorganizzazione dei centri di prima accoglienza di Italia e Grecia.

Bisogna però tenere conto anche di un altro fattore: l'Italia è il paese che più sovrastima il numero di immigrati presenti all'interno dei suoi confini; infatti, secondo un sondaggio portato avanti dall'Eurobarometro, i partecipanti avrebbero affermato che gli immigrati costituiscono un quarto della popolazione italiana, quando in realtà sono solo il 7%.

Secondo i dati dell'Alto commissariato dell'Onu per i diritti dei rifugiati (da cui ho preso anche tutti gli altri dati), relativi alla fine del 2016, gli stati che ne ospitano più (coloro a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato e che dunque non sono richiedenti asilo), in proporzione alla loro popolazione, sono la Svezia, che ne ospitava 230.164, in media 23,4 ogni 1000 abitanti; Malta che ha aperto le porte a 7.948 persone, con una media 18,3 ogni 1000 abitanti, seguita dalla Norvegia, dove hanno trovato accoglienza ben 59.522 rifugiati, pari a 11,4 ogni 1000 abitanti. Scalando di diverse posizioni, si trova la Germania, con 669.482 migranti che hanno ottenuto asilo, pari a 8,1 ogni 1000 abitanti. La Francia, invece, ospita 304.546 rifugiati, appena 4,6 ogni 1000 cittadini francesi. Fanalino di coda la Grecia, con 21.484 persone che hanno ottenuto la protezione internazionale, pari a 2 ogni 1000 abitanti e la Gran Bretagna che ospita 1,8 rifugiati ogni 1000 persone, pari a 118.995.

L'Italia invece ospita in media 2.4 migranti ogni mille abitanti.

Dunque tirando le somme a questa lunga serie di numeri e percentuali, quello che mi preme sottolineare è che la popolazione italiana ha una concezione molto relativa della reale presenza di rifugiati all'interno del proprio paese e questa percezione distorta è probabilmente dovuta ad una cattiva informazione di giornali e media, ma soprattutto ad una strumentalizzazione per finalità politiche della questione immigrazione. E' inoltre importante ricordare che dietro a questi numeri prima di tutto ci sono persone che hanno subito oltraggi inauditi e sofferenze indicibili; la possibilità di un futuro migliore dipende dalla disponibilità di ogni stato nell'ospitarli e nell'impegnarsi per la loro integrazione. Sono assolutamente convinta che tale questione è troppo importante per essere brutalmente ridotta ad una discussione da talk show tra fazioni politiche: il rimpallo di responsabilità che si è visto soprattutto negli ultimi mesi è vergognoso. E' necessario un impegno concreto sia da parte dell'Unione Europea, che ha mostrato tutt'altro che solidarietà, ma anche da parte dell'Italia, che, tolti i panni della vittima, è necessario trovi soluzioni concrete al problema e si impegni nel diventare una sorta di paese-guida in Europa nella lotta contro il traffico di esseri umani e nella gestione dell'immigrazione, iniziando senza dubbio dalla modifica del trattato di Dublino.

9 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Commentaires


bottom of page