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L'importanza delle gite, anche e soprattutto nel 2021

Le gite sono l’evento dell’anno scolastico.


Vi ricordate quelle uscite didattiche nell’era pre-covid aspettate e acclamate tutto l’anno? Durante il lockdown sono state forse la cosa che più è mancata a noi studenti in dad. Da un momento all’altro siamo stati privati di tutta la nostra routine e, dopo un anno e mezzo di video lezioni, la mancanza più grande è stata quella dei nostri compagni, delle risate a ricreazione, del poter vederci dal vivo.


Tutti noi, durante i mesi del ‘io resto a casa’, siamo maturati, abbiamo rifocalizzato l’attenzione sulle cose date per scontate, sulla nostra quotidianità che doveva essere riequilibrata… Per tanti studenti il pensiero conclusivo è stato quello che la scuola in presenza non sarebbe mai potuta essere sostituita dalla dad o dalla ddi (didattica digitale integrata).


Quest’anno, dopo l’entusiasmo della ripresa in presenza, tutti assieme, e un ritorno ad una pseudo normalità, sorge un altro quesito: e la gita? Da che mondo è mondo le gite sono l’evento dell’anno scolastico, l’arricchimento culturale che diviene anche valvola di sfogo in mezzo al soffocamento di prove scritte e orali. Sono un’opportunità didattica di crescita e inclusione, dove è possibile far coincidere l’aspetto educativo e quello sociale.


Dai ministri ai presidi, dagli insegnanti agli studenti è stato auspicato che quest’anno scolastico potesse essere un ritorno alla normalità, seguendo ovviamente le precauzioni necessarie, ma che almeno potessimo continuare con la vera scuola, la scuola in presenza. Forse è troppo presto per gridare vittoria ma per ora, almeno in parte, l’obiettivo è stato raggiunto. Tuttavia se vogliamo ricominciare con la scuola reale, perché privare noi studenti della possibilità di una gita? Durante le video lezioni si parlava tanto del futuro, di come sarebbe stato bello il ritorno in presenza, di come tutti noi, studenti e docenti, sperassimo di tornare a vederci il più presto possibile per vivere la scuola. Adesso che ne abbiamo la possibilità è giusto e doveroso utilizzarla. Per due anni siamo stati privati della gita ed ora, quest’anno, nei limiti del possibile, dobbiamo sfruttare questa preziosa opportunità.


Inoltre, la pandemia e il lockdown hanno mutato l’approccio all’uscita didattica.

Nell’era pre-covid poteva dare adito addirittura a critiche: costi troppo alti, mete troppo banali o non abbastanza lontane, visite troppo monotone…

Nell’era post covid sono cambiate le priorità: se prima la gita doveva essere un evento memorabile a patto che rispettasse le giuste prerogative; adesso l’unica cosa che conta è farla. La meta può essere anche la città a fianco, ha un’importanza ridimensionata oramai. L’importante è diventato il viaggio, la compagnia degli amici e compagni, l’uscita in se come momento per stare insieme anche al di fuori dell’aula. E anche per i docenti può essere un tempo privilegiato per conoscere meglio i propri alunni, non solo dal punto di vista scolastico, ma anche personale, poiché emergono i veri caratteri delle persone, e viceversa, può valere anche per noi studenti. Rimane chiaramente predominante il carattere educativo e culturale della gita, ma ora, più di prima, viene vista e vissuta come un’occasione preziosissima per viaggiare, quindi scoprire, e al contempo divertirsi con i propri compagni.


Un appello a voi insegnanti, da parte di tutti noi studenti, è quello di non sottovalutare la gita, di non sminuirla come semplice e inutile momento di svago per i fini didattici, di non accantonarla perché troppo impegnativa o azzardata, ma, ora che ne abbiamo la possibilità, di vederla come una preziosa lezione di vita da sfruttare, sia per noi che per voi.


Elettra Bernardi 4EL

Marc Chagall, Su Vitebsk, 1984

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