Quando l’autunno tinge le strade di tutta la Cina, è comune incontrare passanti dallo sguardo sognante. Hanno le età più varie e reggono piccoli sacchetti rosso fuoco, mentre proseguono dritti verso la meta. Chiedendo loro dove si stanno dirigendo, risponderebbero tutti: “Verso casa”.
Infatti, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, ha luogo in Cina la Festa della Luna, o di Mezz’autunno, una tradizione che ha origini datate a quasi 3000 anni fa, con la dinastia Zhou.
Come per la maggior parte delle festività orientali, la Festa di Mezz’autunno è indissolubilmente collegata ad un mito tutt’ora avvolto in un velo di passato. Dai racconti tra generazioni lontane, nel tepore autunnale delle abitazioni, si tramanda la storia di Houyi e Chang’e. La leggenda narra che i due fossero divinità unite in matrimonio e che conducessero una ricca vita nei Cieli. Houyi maneggiava con maestria l’arco e le frecce ed era elogiato per la sua infallibile mira; Chang’e era invece una creatura dalla limpida bellezza.
Houyi, conoscendo le tirannie che i Dieci Soli, figli dell’imperatore di Giada, stavano compiendo contro gli uomini, venne mosso a pietà e ne uccise nove con le sue frecce. Quando l’imperatore lo seppe, fu grato all’arciere per la sua opera e gli donò un frutto in grado di procurare l’immortalità. Houyi decise quindi di nascondere il frutto, aspettando il momento propizio per cibarsene. La sua esitazione, però, finì per punire Chang’e, che, trovandolo per caso, ne mangiò un pezzo. Immediatamente, la dea venne sollevata dai venti, che la trasportarono sulla Luna, dove si stabilì e costruì un palazzo.
Houyi, non potendo salvare l’amata, mangiò il resto del frutto e venne portato sul Sole. Per un solo giorno al mese i due innamorati possono ricongiungersi e, solo allora, la Luna diventa piena. In quella sera di metà autunno con la Luna piena si celebra la loro unione ostacolata dal destino crudele.
La Festa della Luna non onora solo l’amore ostacolato, ma anche la fecondità e l’unione tra generazioni della stessa famiglia.
É il momento in cui nulla è più importante della consapevolezza delle origini, del ritorno al luogo di nascita e alla semplice vita familiare.
Nei giorni della celebrazione, intere famiglie disperse tra le regioni cinesi si incontrano dopo anni di distanza. Nelle ore della notte precedente, gli anziani cucinano le torte lunari, dolci rotondi ripieni di pasta di semi di loto e con al centro un uovo a simboleggiare la Luna.
La loro forma simboleggia l’armonia e la pace, esaltando la potenza dell’unione famigliare. Negli ultimi anni, la loro ampia diffusione le ha rese usuali per tutto l’anno: non sono più soltanto legate ai pochi giorni della festa.
Durante il pranzo, è uso comune far bruciare bastoncini d’incenso, in modo che il loro profumo immerga l’abitazione nell’atmosfera di sogno e magia degna della celebrazione. La festa vera e propria ha luogo soltanto di sera, quando la Luna si alza in cielo e il pranzo è già stato consumato.
Al tramonto, vengono liberate nel cielo centinaia di lanterne rosse, custodite in sacchetti dello stesso colore. Al loro interno, una poesia o un indovinello destinati a essere trovati da uno sconosciuto, creando un invisibili legami.
Così, per le strade sfilano draghi di cartone lunghi fino ai 25 metri, le famiglie riunite librano nel cielo lanterne e lanciano coriandoli, mentre Houyi e Chang’e si incontrano nel segreto del palazzo della Luna e la colmano di luce con il loro eterno amore.
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