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NERD? Non È Roba x Donne?

Aggiornamento: 21 nov 2021

Il progetto NERD? nasce dalla collaborazione tra IBM e diversi Atenei italiani, tra i quali l’Università Ca’ Foscari Venezia, ed è indirizzato alle ragazze del 3°, 4° e 5° anno delle scuole superiori con l’obiettivo primario di dimostrare che anche le ragazze sono portate per attività di tipo scientifico-tecnologico. Il percorso di formazione e di sviluppo è partito il 4 Febbraio 2021 con la presentazione del progetto e terminerà il 20 Maggio con la premiazione. Ma in cosa consiste nello specifico?


Le ragazze sono state divise in gruppetti ed entro il 15 Aprile hanno dovuto presentare il loro chatbot con un breve riassunto Power Point del lavoro. Per chi se lo stesse chiedendo, il chatbot è un software che simula una conversazione con un essere umano e si inserisce quindi nell’amplissimo quadro dell’intelligenza artificiale. Un po’ come Alexa o Siri o Bixby, anche se, nel caso del progetto NERD?, il software non parla ma interloquisce scrivendo la risposta alle domande, anch’esse scritte, dell’uomo. Per fare tutto questo, le ragazze hanno avuto libero accesso all’IBM Cloud, dove, tra le altre cose, c’è la possibilità di attivare Watson Assistant, l’assistente virtuale, tramite cui è possibile creare il chatbot.





Questa proposta, valida all’interno dell’orientamento in uscita in quanto permette di sondare le proprie attitudini per l’informatica, e all’interno del PCTO in quanto, in cambio del lavoro svolto, si ottengono ore spendibili, è rivolta solo e unicamente alle ragazze e ha l’obiettivo di distruggere stereotipi e preconcetti che vedono le donne come non adatte a seguire un percorso STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).


Questi sono i dati relativi al gender gap nelle lauree STEM:

Il 17,71% del totale delle donne iscritte alle università nell’anno accademico 2017/2018 frequenta un corso STEM (Science, Technology, Engineering and Mathemathics). È il valore più alto degli ultimi dieci anni.

Il Meridione è in testa nella riduzione del gender gap nei percorsi STEM: il 19,2% delle studentesse delle regioni del Sud Italia è iscritto a facoltà scientifiche, contro il 17,7% della media nazionale.

Se si guarda alla percentuale delle ragazze sul totale degli iscritti a facoltà STEM, l’Italia è terza in Europa, dietro UK e Polonia, con circa il 37% di donne nei corsi STEM. La media europea si ferma al 32%.

Le migliori performance accademiche delle donne sembrano non essere premiate né al livello occupazionale né salariale: gli uomini guadagnano circa il 25% in più delle donne, potendo contare su uno stipendio di € 1.699 contro i € 1.375 delle ragazze.[1]


A chi tra voi, ragazze, fosse interessata a questo progetto, magari il prossimo anno, consiglio di tenere monitorata la casella di posta elettronica dell’indirizzo istituzionale e di dare sempre un’occhiata alle proposte che la prof. responsabile dell’orientamento, quest’anno la prof. Sortino e lo scorso la prof. Biglione, ci invia. Io stessa sto partecipando a questo progetto e una cosa è sicura: mi sto divertendo tantissimo. Ho fatto la conoscenza di due ragazze piemontesi, Elena e Letizia, con le quali sono in gruppo e mi sto dilettando con il software, anche se devo ammettere che i miei risultati sono piuttosto mediocri. Ma che importanza ha? Insieme siamo un team, impariamo a conoscerci e a lavorare insieme e ci aiutiamo risolvendo i problemi a distanza, durante diverse riunioni Meet serali. Non val la pena rinunciare a qualcosa solo perché si teme di non esserne all’altezza. Magari abbiamo ragione, magari no, ma, comunque vada, una nuova esperienza rimarrà parte di noi per molto tempo, e ci aiuterà a crescere, nel rispetto di scelte più consapevoli.


Martina Bosi


[in copertina il ritratto di Ada Lovelace, madre dell'informatica in quanto prima programmatrice di computer al mondo]

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