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Immagine del redattoreSara Boanini

Orientamento in uscita: studiare storia a Bologna; un'intervista a Gaia Zacché

Come già profusamente chiarito dalla nostra direttrice Martina in un altro articolo di questa edizione, l'orientamento in uscita è un momento fondamentale per tutti gli studenti, soprattutto del triennio, chiamati a scegliere un percorso universitario e a guardare oltre il Virgilio, anche se a volte con tutto quello che già c'è da fare sembra difficile.


Oltre alle mail che ci arrivano quasi ogni giorno dai diversi Atenei, anche il Provocatore ha voluto alleggerire questo processo e dare una mano agli indecisi proponendo in circa ogni edizione una o più interviste ad ex Virgilian* ormai sparsi un po' in tutta Italia e che questa decisione l'hanno già presa.


La prima ex Virgiliana intervistata è Gaia Zacchè che ci parlerà della facoltà di storia a Bologna.



Ciao! Presentati e presenta l’Università che hai scelto.

G: Saluto tutt* i/le virgilian*, sono Gaia Zacchè, ex caporedattrice del giornalino scolastico. Ho scelto di frequentare i corsi di Storia all’università di Bologna.


Cosa ti ha portato a fare questa scelta?

G: Ho scelto di studiare storia grazie al mio forte interesse per le materie umanistiche... non essendo un talento nel campo della traduzione, le opzioni considerabili si sono ben presto ridotte, quindi ho deciso di optare per storia scegliendo tra queste (penso di intraprendere un percorso incentrato sulla storia moderna o contemporanea).


Hai sempre voluto studiare storia? O è stata anche per te una decisione inaspettata?

G: La decisione non è stata per niente inaspettata! Come ho già detto precedentemente, mi sono sempre interessata alle materie umanistiche. Ho cercato di chiarirmi le idee in quarta, in modo da essere già sicura della mia scelta al quinto anno, andando agli open day e guardando le materie delle varie facoltà.


L’indecisione principale era tra filosofia e storia, ma ora, ad esperienza iniziata, posso considerarmi felice della mia scelta. Consiglio a tutti di iniziare la selezione dei vari atenei e delle facoltà il prima possibile, in modo che le idee possano, col tempo, portare ad una scelta ponderata; considero il sentirsi sicuri della propria decisione una marcia in più per partire nel proprio percorso con la giusta grinta e motivazione.


Che vantaggi hai potuto trarre dalla formazione ricevuta al Virgilio?

G: Posso constatare, anche se sono solo all’inizio del mio percorso -ed ho quindi dato un solo esame- che aver fatto il classico si rivelerà ora e in futuro, molto utile.


Le materie umanistiche sono intrise di cultura classica ed anche se, nel caso della facoltà di storia, non c’è strettamente bisogno di conoscere il greco ed il latino se non si frequenta il percorso dell’ambito antico, queste lingue risultano sempre utili.

Esami come paleografia e papirologia necessitano della conoscenza almeno basica del greco e del latino (averli fatti per cinque anni aiuta a “staccare” le parole le une dalle altre nei manoscritti), e storia greca (e probabilmente anche storia latina, ma non ne posso parlare perché ancora non ho frequentato le lezioni) ha un manuale che sicuramente non perde occasione di utilizzare termini greci per spiegare i concetti; inoltre al Virgilio con la letteratura si imparano moltissimi concetti storiografici, nomi di autori, usi e costumi, che si rivelano utilissimi durante lo studio e danno il vantaggio di avere una base molto solida riguardo a metodo di studio e preparazione generale, che in altre circostanze sarebbero da approfondire con fatica durante lo studio individuale.


Posso quindi affermare che gli anni di classico, per quanto siano risultati faticosi, mi stanno sicuramente semplificando l’esperienza universitaria, sia per quanto riguarda la base nozionistica, sia, e forse questo è ancora più utile, nel metodo di studio, che ho già avuto l’occasione di sviluppare durante gli anni passati.


Raccontaci un po’ la tua esperienza fino ad ora. È stato come ti aspettavi?

G: Non è stato assolutamente come me lo aspettavo, un po’ per il COVID, un po’ perchè tutti alle superiori formiamo aspettative fin troppo alte riguardo l’università.


Della mia breve esperienza posso dire che l’organizzazione -nel caso dell’università di Bologna in didattica mista- è stata molto buona, sebbene tutti noi conosciamo perfettamente quali sono le inevitabili pecche della DAD.

Riguardo le lezioni, ogni insegnante ha il suo metodo differente, un po’ come alle superiori: ci sono professori le cui materie necessitano di molto studio individuale, perchè durante le lezioni offrono approfondimenti e il resto si trova quindi nei manuali, altri che danno molta importanza ai testi degli autori (ciò mi è successo in un corso che trattava principalmente di alcuni filosofi, storia della filosofia), altri ancora che tendono a seguire il manuale; questo va a demolire quel preconcetto che io, ed altri ragazzi sicuramente, avevamo riguardo le lezioni frontali universitarie, in cui il professore legge ed i ragazzi prendono appunti, con una specie di presupposto appiattimento delle varie discipline, che vengono in realtà trattate tutte diversamente l’una dall’altra, in base a metodi e necessità.


Parlando infine di come mi sto trovando a Bologna la situazione è quindi positiva, ma ovviamente rimane forte il segno dalla pandemia globale, che tutti stiamo passando sulla nostra pelle: una fatica aggiunta allo studio nel mio caso è stata fare la pendolare per tutto il primo semestre, nella speranza che la situazione migliori con l’anno nuovo, in modo da poter cercare un appartamento e da potermi stabilire più tranquillamente nella città in cui studio.


Hai qualche consiglio per gli indecisi?

G: Il mio consiglio per gli indecisi è di iniziare a pensare seriamente alle varie opzioni fin da subito, in modo da poter arrivare con un’idea chiara quando verrà il momento dell’iscrizione.

Sentitevi con amici che hanno iniziato, contattate ragazzi dai vari atenei, fatevi spiegare come funzionano le lezioni e guardate sui siti online delle università le materie, per cominciare a pensare a come organizzarsi e a cosa veramente vi appassiona!


Volevo aggiungere che non penso che mai mi pentirò dei miei ideali, anche se la facoltà che ho scelto non è forse quella che abbonda maggiormente di sbocchi lavorativi: studiate quello che volete studiare, per arrivare ad essere veramente soddisfatti, e la vostra passione vi porterà sempre e comunque ad una soluzione. Studiare in funzione del trovare un lavoro non renderà la vostra vita più appagante, cercare di seguire le vostre esigenze dell’animo è, a mio parere, la chiave per far emergere il vostro potenziale.


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