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Federico Rossi 4ar

Rapporti difficili tra militari stranieri e soldati italiani a Vicenza




Rapporti difficili tra militari stranieri e civili italiani a Vicenza

Dopo l’attentato inaspettato e mortale al generale Qasem Soleimani da parte USA avvenuto in Iraq il mondo intero si è trovato nella paura di una terza guerra mondiale, che come nella maggior parte dei casi sarebbe provocata dall’arroganza e dalla prepotenza statunitense soprattutto in medio oriente.

Ma mentre gli occhi del mondo sono puntati sull’Iran e sull’Iraq guardiamo cosa succede a casa nostra, perché anche qui i rapporti tra i soldati statunitensi e la popolazione civile non sono sempre rose e fiori. Ad esempio negli ultimi anni nelle due basi militari di Vicenza la situazione ha avuto un continuo peggioramento tanto da richiedere un intervento delle autorità italiane. Nel 2018 gli interventi delle forze dell’ordine per reati e disordini commessi dai soldati statunitensi sono stati oltre 550. Gli illeciti più diffusi sono droga, violenze sessuali, incidenti stradali, disturbo della quiete pubblica e frequenti risse. Questi sono causati a Vicenza dai giovani soldati che arrivano (a volte sono solo di passaggio) e che provengono da zone di guerra come Iraq e Afghanistan. Quelli che tornano dalle missioni sono i più scatenati; di conseguenza, dopo mesi di privazioni, sempre più spesso superano i limiti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la corsa al pronto soccorso dell’ospedale di un vicentino, l’ultima vittima italiana che è ricoverata ormai da una settimana con una prognosi di quaranta giorni con la faccia tumefatta, la mandibola fratturata in più punti, e un delicato intervento chirurgico di ricostruzione. Questa è solo in ordine di tempo l’ultimo ferito causato dai raid dei marines statunitensi di stanza a Vicenza, spesso ubriachi fradici. Il motivo del pestaggio? Uno sguardo di sbieco è bastato e avanzato per scatenare i militari evidentemente piuttosto alticci. Dopo il tentativo fallito di una squadra di pubblica sicurezza mista si è agito in altro modo. Il prefetto di Vicenza ha riunito i vertici militari e gli amministratori comunali più volte, autentici testa a testa, da cui è scaturita la decisione di istituire una zona rossa nell’area della Vicenza bene, la zona della movida. Per quarantacinque giorni i soldati della "173rd Airborne Brigade", la brigata dei paracadutisti, non potranno accedere nell’area vietata. "Il personale che non rispetterà il divieto sarà deferito e punito secondo le norme previste dal codice di giustizia militare", informa il colonello Kenneth Burgess. Il comandante ha emesso una dura circolare che coinvolge in pratica circa tremila soldati. Questo è un provvedimento senza precedenti, ma se si vuole che torni l’armonia tra i circa 13mila cittadini Usa (civili e militari che lavorano nelle caserme) servono misure ferme. Siamo però davvero sicuri che per un risparmio economico e per accontentare i pacifisti sia meglio farsi trattare da popolo sottomesso che investire nella nostra difesa nazionale (con un conseguente aumento di posti di lavoro)?

Federico Rossi 4AR


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