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  • Immagine del redattoreSara Boanini

Vita da regine: le Drag Queen

Aggiornamento: 21 nov 2021

Personaggio, professione, identità, l’esuberante mondo delle drag queen non poteva di certo rientrare in un’unica definizione. Immagino che tutti e tutte abbiate almeno una vaga idea di chi siano, probabilmente vi sarà capitato di vedere qualche foto di un Pride e avrete notato quelle figure, nella maggior parte dei casi, maschili con addosso degli abiti generalmente considerati femminili e un trucco da fare invidia perfino alle top model più rinomate, forse avrete anche avuto opinioni contrastanti al riguardo, pensando talvolta che fossero un po’ troppo esagerate. Il mondo delle drag queen, tuttavia, è molto più profondo di quello che si può percepire all’esterno e talvolta tutti gli stereotipi che utilizzano negli spettacoli si ritorcono contro di loro. Per capire però questa complessità e poter affrontare i temi che stanno alla base delle drag - e sono tanti - con l’aiuto del gruppo mantovano - perché anche noi abbiamo le nostre regine - dobbiamo tornare un po’ indietro nel tempo con una breve, ve lo prometto, introduzione storica. Lo sapevate che all’inizio il fenomeno delle drag queen, inteso come vestirsi da donna per fare spettacolo, non era minimamente legato alla comunità LGBTQ+? Esso risale infatti agli spettacoli ai tempi di Shakespeare- avete presente quando le donne non potevano fare ancora nulla?- dove anche i personaggi femminili dovevano essere interpretati da uomini, dato che a queste ultime non era permesso salire sul palco. È probabile che anche il nome si sia originato proprio in quel periodo, pare infatti che gli attori si lamentassero spesso del fatto che i loro abiti, realizzati per figure femminili, strascicassero continuamente a terra e in inglese il verbo “strascicare” viene appunto tradotto con “drag”. Per capire invece come il mondo delle drag queen si sia unito a quello della comunità è necessario spostarsi in un altro Paese anglofono, l’America, è più precisamente negli anni '30 del Novecento. In quel periodo regnava negli Stati Uniti il Proibizionismo -sempre lui- che proibiva sul suolo americano la vendita di alcolici. Questa tecnica però non raggiunse proprio l’obbiettivo sperato, quello di ridurre il consumo di alcolici, e portò anzi alla realizzazione di bar segreti dove tutto era permesso, i cosiddetti “Speakeasy”. Proprio in questi luoghi le drag, che come l’alcol non erano viste di buon grado, furono invitate ad esibirsi liberamente e ad interagire con il pubblico. Anche dopo la fine del proibizionismo questi luoghi clandestini continuarono ad essere utilizzati dalle persone LGBTQ+ , dato che a queste rimaneva proibita la vendita di alcolici, e proprio queste esibizione in quelli che oggi verrebbero definiti “gay clubs” o “queer bars” sono alla base del legame indissolubile tra queste due realtà. Le Drag Queen ricoprirono inoltre un ruolo fondamentale nella rivolta di Stonewall, una serie di moti organizzati dalla comunità omosessuale di Manhattan e che diede inizio al movimento di liberazione gay di tutto il mondo, tanto che fu probabilmente una drag, Marscha P. Johnson, a dare inizio ad uno dei moti gridando ai propri diritti civili. Attivismo, libertà, identità e identificazione sono alcuni degli argomenti che invece hanno affrontato le Salamandra Sisters, il nostro gruppo di Drag Queen autoctono, in particolare La Milly e Peppa Pina (seguitele su Instagram mi raccomando), in un’intervista realizzata in collaborazione con @mantovapride (che si terrà l’ultima settimana di Luglio) e che potete facilmente recuperarvi su YouTube sul canale di Arcigay la Salamandra Mantova. Con il loro solito stile, le due drag ci hanno spiegato, tra le altre cose, come utilizzare gli spettacoli per lanciare un messaggio e come conciliare le loro due identità.

Le regine hanno infatti chiarito che loro non vanno sempre in giro vestite da drag, anche se ammettono che a loro non dispiacerebbe affatto, ma che la loro identità non può essere repressa fino allo spettacolo seguente, motivo per cui essa sarà sempre in grado di riaffiorare e di migliorare l’ambiente che le circonda. La Milly nello specifico ha voluto farci sapere che può riemergere quando vuole per trasformare qualsiasi evento in una festa. Per quanto riguarda l’attivismo, le esibizioni sono un’arma affilatissima per criticare e scherzare sugli stereotipi, per Peppa Pina è un'occasione per scherzare soprattutto sul femminismo con la sua massima “il patriarcato è una sfiga”, ma anche per divertirsi perché alle drag queen “tutto è permesso” ed è per questo che le si adora così tanto.


In una foto un po' sgranata, le sisters si preparano per

la loro rubrica "radio Salamandra"

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